SANSOVINO Francesco (1521 ? 1586)

CENTO NOVELLE SCELTE DA I PIU’ NOBILI SCRITTORI DELLA LINGUA VOLGARE. NELLE QUALI PIACEVOLI, & ASPRI CASI D’AMORE, & ALTRI NOTABILI AVVENIMENTI SI CONTENGONO. DI NUOVO AMPLIATE, REFORMATE, RIVEDUTE & CORRETTE, PER IL MEDESIMO; AGGIUNTOVI DI NUOVO LE FIGURE IN PRINCIPIO D’OGNI NOVELLA

Legatura in pieno marocchino rosso di fine Ottocento; ai piatti, doppia serie di filetti con agolari floreali e greche circolari in oro; al dorso, autore, titolo, luogo e data e filetto con angolari in oro;  dentelle interne e tagli dorati. Ex-libris del barone Landau. (4) + 238 + (2) carte numerate. 100 xilografie a mezza pagina nel testo e altrettanti grandi capilettera ornati.  Prima edizione In-4° dopo le tre In-8° del 1561, 1562 e 1563, ognuna delle quali presenta delle varianti, mentre il testo di questa edizione – che conserva la dedicatoria delle edizioni ’62 e ’63 – fu preso a modello per quelle successive. L’opera è un documento di primaria imprtanza nella storia della nostra letteratura in quanto è la prima raccolta antologica di novelle di autori italiani. Come spiega lo stesso Sansovino nella prefazione, il racconto di queste novelle aveva costituito il passatempo di un gruppo di gentiluomini e gentildonne che si erano rifugiati nella casa di campagna di Francesco Lando a Oriamo durante la peste del 1556. Tra le novelle della raccolta ve ne sono di Matteo Bandello, di Masuccio, di Giovanni Fiorentino, di Giovanfrancesco Straparola, di Girolamo Parabosco, di Giovanni Brevio, Grazia, Firenzuola, Molza, Salernitano, ser Giovanni oltre, naturalmente, ad un buon numero derivante del Boccaccio “ch’ei difformava per palliare il suo furto” (Ugo Foscolo, mutandone il proemio o cambiano di nomi dei personaggi.  Ogni novella è sormontata da “nuovi leggiadri intagli in legno” (Passano), appositamente eseguiti per questa edizione e si apre con capilettera e ricche volute fitomorfiche nelle quali sono spesso inseriti animali fantastici, rettili e pesci. Da notare la vignetta al foglio 50, con la veduta di Piazza San Marco a Venezia e di parte della Biblioteca Marciana (costruita dal padre di Francesco, Jacopo Tatti Sansovino). L’edizione, da taluni attribuita al Rampanzetto, è quasi sicuramente da attribuire al Sansovino stesso, come si può dedurre dalla sua marca con la luna posta al centro del frontespizio. Piccola macchia al margine  inferiore dei fogli 70 – 102, il nome di Dio è spesso censurato a penna nel testo; per il resto freschissimo esemplare elegantemente rilegato, con piccolissima lacuna alla parte inferiore del piatto anteriore.

3.200,00 

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